Oratorio dei Disciplinanti | | Stampa | |
Inserito nell’antico borgo, l’Oratorio racchiude in sé un millennio di storia. Situato nell’immediata vicinanza della Chiesa di Santa Croce, è attualmente composto da un atrio scoperto e da un’aula rettangolare , lunga 26 metri e larga 7, coperta da un soffitto ligneo a capriate. Il grande valore dell’Oratorio è accresciuto dalla presenza , all’interno, di pareti affrescate, con strati di arriccio appartenenti ad epoche diverse. L’importanza dell’edificio ed il ruolo avuto nella società monegliese dalla Compagnia dei Disciplinanti sono attestati, verso la metà del Trecento, dalla Tavola raffigurante la Madonna con il Bambino tra i SS. Giovanni Battista e Nicola che, dipinta per l’Oratorio, si trova oggi nel Museo Diocesano di Chiavari. Recenti interventi hanno rivelato una situazione estremamente complessa sia per quanto riguarda la dinamica della sovrapposizione di affreschi di varie epoche (1200, 1300, 1500, 1700), sia per quanto concerne la struttura architettonica. L’Oratorio subì una prima modificazione, prima del ‘500, in quanto venne ingrandito inglobando nel nuovo perimetro tre ingressi ad arcate, leggibili dall’esterno sull’attuale controfacciata , appartenenti forse in origine ad un portico o ad un vano adiacente al nucleo più antico dell’edificio. Le sei strette monofore che sono state ritrovate sulla parete destra hanno infatti una conformazione assai consona a moduli costruttivi tardo medioevali. In epoca seicentesca l’Oratorio venne poi innalzato e ne venne mutato l’orientamento ; fu costruito il grande altare ligneo addossato alla parete di fondo e venne costruita la balconata con l’organo seicentesco, ornata di tele raffiguranti angeli musicanti. Estremamente complessa è poi la decorazione pittorica ad affresco che ricopre interamente, in strati sovrapposti, le pareti dell’Oratorio. La stessa complessità della narrazione artistica ci svela il tratto conoscitivo di influssi e stili mutuati dal crogiuolo di diverse culture , soprattutto quelle toscana e lombarda, che rendono preziosa e misteriosa la vicenda pittorica dell’Oratorio.
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